Sento che spinge, preme, vorrebbe uscire. Quella prigione di cotone non sembra più adatta a lui. Improvvisamente è cresciuto, si è gonfiato e chiede, disperatamente, un po’ d’aria, per poi, magari, tuffarsi, immediatamente, in qualche nuovo buco, anche più angusto, ma più consono alle sue fattezze e al suo modo di concepire la vita. No, non è la claustrofobia il suo problema, anzi, certe volte, più i tunnel dove s’immerge sono stretti, più è felice.
Dopo questa “botta” poetica, diciamoci la verità, il pacco di un uomo è il suo biglietto da visita per debuttare nel mondo del sesso. Quando il cazzo è nudo, anche se bello e grosso, perde un po’ del suo fascino. Una volta che l’hai visto inizi ad interrogarti sul suo proprietario, se sa utilizzarlo bene, se dura abbastanza, avrà strane perversioni?
Il “pacco” è come il dono di Natale per un bambino. Una scatolina striminzita, anche se contiene qualcosa di molto costoso, crea delusione nel piccolo, ancora prima di “scartare” il regalo.
Quando invece il “pacco” è grosso, gonfio, straripante. Almeno per un po’, la fantasia potrà galoppare… uhm… (ho voglia di galoppare o farmi… vabbè).
L’albero con le luci, delle belle palle grosse, piene e, in cima, imponente, un enorme puntale. Lungo, grosso, duro!
P.S. giuro di non aver mai subito abusi sessuali da Babbo Natale, ma da sempre, per me, il cazzo, dico un bel cazzo grosso con delle palle gonfie, rappresenta il vero spirito delle feste. Infatti festeggio sempre quando ne incontro uno come Dio comanda!